siamo sicuri che non sia stata proprio l’arte a portare rivoluzioni?

Martina Bello

 Martina Bello è una studentessa, frequenta la quinta Liceo delle Scienze Umane a Voghera e fin da piccola sogna di lavorare nell’ambito dell’editoria.

Attualmente è la caporedattrice del giornale scolastico “il Severino”.

Una delle sue piú grandi passioni é la scrittura, ma piú nello specifico la poesia: il suo 118 quando tutto va male, la sua confidente quando il resto va per il verso giusto.

Si è innamorata con Catullo, è scappata e si è ritrovata con Virgilio, ha osservato l’infinito con Leopardi e si è posta quesiti filosofici con Wilde.

Ha sorriso da piccola con Rodari, è cresciuta dannandosi l’anima con Bukowski e ha combattuto con Primo Levi.

Da bambina guardava il cielo e dava una forma alle nuvole.

Ora guarda il mondo che la circonda e dà volume alle parole.

Vincitrice di diversi concorsi letterari ( “Concorso internazionale di poesiacittá di Voghera” nel 2016, “Giornalisti nell’erba-sezione creativa” nel 2020, autrice di “Hai l’eleganza dipinta negli occhi” Amazon Kdp, “Il Ticino-La mattina dopo” nel 2021).

Considera arte tutto ció che può trasmettere qualcosa.

Non piango più sul latte versato

Che esistenza complicata.
Siamo frutto di involuzioni
e lacrime agli occhi
che ci ricordano quanto siamo esseri fragili. Un insieme di interazioni futili,

dettate dal destino di essere mutevoli.
Un momento prima sei qui,
quello successivo
ovunque i miei occhi non possano vederti. Ti aggrappi

al vorticoso oscillare
di un pendolo,
manomesso dal gioco della vita. E la sola veritá
è che io la rivedo in ogni dove. In ogni angolo di cuore,
posso ritrovare la sua figura, composta da ombre
e vivide luci.
Fuga dalla realtà complessa, adiacente filosofia terrena, espressione maligna
di concetti rivisitati.
Da ció si evince
l’utilizzo principale
del battito del mio cuore
come unità di misura:
forse sto andando in panico.
Un soffio di vento,
un sibilo,
sottile
sottile.
Perché é così che mi sento:
un petalo di rosa
sotto il macigno dell’universo.

Ballerina

Una spilla da balia,
un contenitore ricolmo di insicurezze,
del burrocacao colorato.
Facevi ballare la tua anima,
mentre la gonna azzurra
faceva ruote
e tu ancora una volta
dimostravi a tutti
la potenza
del tuo docile passo.
Ti slacciavi la tuta,
delle farfalle volano in aria.
Tu indossavi un vestito di un’altra epoca,
l’epoca in cui per spogliarsi delle maldicenze si scavava nel tulle blu, nelle decorazioni dorate
che si abbinano
alla passione nei tuoi occhi.
A te che aspiri al successo,
a te che sei qualcosa di grande,
ma ancora non te ne rendi conto.
Sei bella, sei diversa,
sei te stessa.
Sorridi e fai girare la testa.
Gli specchi ti terrorizzavano
e ora
quel campo di battaglia
non ti incute più così tanto timore.
Sei una donna,
con sguardo tremendamente femminile
e seducente,
ma racchiudi nella tua risata
tutta la spensieratezza di una bambina
a cui l’infanzia è stata rubata,
ma che è cresciuta dentro te
e ora germoglia a poco a poco in ogni tuo gesto.
Volteggi fin quando si stoppa la musica
e poi tu musa ispiratrice,
ti ritrovi scaraventata su un altro pianeta, scendi dalle nuvole

e fai un tonfo nella nostra distorta realtà, perchè dai tuoi occhi
sono sicura
in ogni singola azione

ci si possa vedere la felicità. Un motivo
per cui sorridere ancora, dimenticando di star sorridendo
e sorridendo ancora di più.
Senza più
pretese verso il mondo, intrappoli in te
questo mondo fatto di colori e forme, per poi riproporlo scandito, condito da mimica facciale,
tratto da storie vere.
Te che sei così pura ed innocente,
che entri sempre come le ballerine
in punta di piedi.

Luna piena

Non si puó imparare a dimenticare:
è complicato essere una persona ricca di sfumature. Ho in mente un’immagine di te,
e nel frattempo
rimango nuda in un abbraccio,
ma lo sai,
per dirti quelle due parole non ho
abbastanza coraggio.
Sogno e fingo,
attendo che tutto mi piombi addosso,
perdo.
Neghiamo l’evidenza
in ogni tuo momento di assenza;
che queste parole non facciano male
che io non tremi tanto
da non saper più respirare.
Ho un sorriso perfetto
per ogni mia indecisione.

Giovedì sera

Richiamo di una sveglia spenta mugolii e fischi
in una sola song:
ascoltiamo frah quintale.

Rio

Fugacitá dell’impressione, scadenza del dinamismo, certezze delle forme
e contorni indefiniti,
marcare i confini.
Rovescio del giallo sulla tela. Vetri colorati, bidimensionalitá

e omogeneitá.
Svincolo il colore dalla realtà, è qui, tra le mie mani, cromatica valenza simbolica. La mia pelle è colorata
di turchese e fucsia.
Ho delle piume addosso: burlesque.

Acrilico

Dipingendo
ho macchiato il muro,
ci ho disegnato un cuoricino: seconda chance.

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